La sfida ipertecnologica del terzo millennio pare ampiamente rappresentata da forme di comunicazione complesse che vedono coinvolte in tale ambito connessioni ultra evolute di tipo non filare.
Il non filare o wireless che dir si voglia ha difatti invaso ogni meandro anche più nascosto della nostra tecnologia a destinazione domestica.
Il wireless pareva, e dico pareva con cognizione di causa, aver soppiantato qualsiasi altra possibilità di connessione tanto elevata era la garanzia di stabilità nel funzionamento.
Per carità, è chiaro che con questo non intendiamo smentire o soppiantare la tanto declamata wireless connection ma solo argomentare circa la possibilità che esistano forme di connessione valide sotto ogni punto di vista.
Parlare dunque di allarme filare, in questo contesto non appare per nulla peregrino in quanto la sua proverbiale affidabilità è stata pesantemente messa in discussione dall’avvento di questi innovativi sistemi di comunicazione elettronica dei dati.
Fino a qualche anno fa invece, sembrava sacrilego addirittura solo ipotizzare che un allarme filare fosse meno affidabile di quello giusto allora si affacciava sui mercati delle nuove tecnologie, ovvero quello senza fili o wireless.
All’inizio ci fu una vera e propria repulsione rispetto a queste nuove diavolerie elettroniche cui venivano erroneamente e del tutto gratuitamente attribuiti malfunzionamenti in realtà mai esistiti o altrettanto presunte instabilità di funzionamento.
Solo con il passare degli anni cui conseguì una inevitabile larghissima diffusione sui mercati della sicurezza, sia essa domestica o di ogni altra nature, di questi nuovi impianti di allarme interamente realizzati con tecnologia wireless, riuscì a far accettare con consapevolezza questa innovazione che in vero lo meritava, eccome.
E’ tuttavia innegabile che la proverbiale affidabilità di un allarme filare è argomento difficile da controvertire ma è altrettanto vero che altre doti portava con se questa nuova famiglia di impianti di allarme.
Si pensi solamente alla facilità di installazione di un impianto di allarme che non necessita di opere murarie di alcun tipo in quanto non ha fili da posizionare per la comunicazione dei dati tra le singole componenti ed alla proverbiale flessibilità nel posizionamento strategico, consentendo per esempio di collocare sensori in posti ritenuti fino ad oggi irraggiungibili a cagione della loro connessione filare.
Dove troveremo quindi la risposta esatta? Meglio un allarme filare o uno interamente wireless?
E come dicevano i nostri avi, la verità molto probabilmente sta nel mezzo, nel senso che si potrebbe sempre pensare nella progettazione di un nuovo impianto all’installazione congiunta di sensori a tecnologia filare che convivano tranquillamente in un impianto wireless, quasi a garantire l’ultimo presidio in caso di un eventuale, quanto mai improbabile accecamento della centrale di allarme.
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